Oggi con Ghiaroni ci addentriamo nella storia dell’Università di Padova che rappresenta un pilastro di conoscenza e innovazione nel panorama accademico italiano, con contributi fondamentali alla medicina e alle scienze. Uno dei capitoli più affascinanti di questa storia riguarda l’inizio dell’insegnamento della farmacologia sperimentale, una disciplina che ha trovato le sue radici a Padova nel lontano 1533, grazie al lavoro pionieristico di Francesco Bonafede.
Francesco Bonafede e la Cattedra “ad lecturam simplicium”
Francesco Bonafede è stato un innovatore nel vero senso della parola. Nel 1533, su richiesta degli studenti, gli fu affidata la cattedra “ad lecturam simplicium”, segnando l’inizio dell’insegnamento della farmacologia sperimentale. Bonafede si distinse per il suo approccio rivoluzionario, rompendo con la tradizione accademica che si limitava alla lettura e al commento dei testi classici latini e greci di Galeno e Dioscoride. Invece, introdusse il metodo dimostrativo, utilizzando esemplari reali di piante, animali e minerali per insegnare le loro applicazioni terapeutiche.
L’Orto dei Semplici
Uno degli aspetti più innovativi del lavoro di Bonafede fu la sua intuizione sull’importanza dello studio delle piante medicinali. Propose la creazione di un “orto dei semplici”, un giardino dedicato alla coltivazione e allo studio delle piante medicinali. Questo orto sarebbe diventato un precursore degli orti botanici moderni, fornendo un laboratorio naturale per l’educazione e la ricerca in farmacologia.
Evoluzione della Chimica Farmaceutica a Padova
Nel XVIII secolo, l’insegnamento della chimica cominciò a prendere piede nelle università italiane, inclusa Padova. Nel 1726, il Senato veneziano decretò l’introduzione dello studio della chimica relativa ai medicamenti, che oggi chiamiamo chimica farmaceutica. Tuttavia, fu solo nel 1749 che Bartolomeo Lavagnoli iniziò ufficialmente a insegnare “ad medicinam chimicam”. Nonostante gli sforzi iniziali, fu solo con l’istituzione della “Schola Chimica theorica et experimentalis” nel 1760, sotto la guida di Marco de Carburi, che l’insegnamento della chimica medica cominciò a prosperare.
La Chimica Farmaceutica a Padova: dal XIX al XX Secolo
Con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1866, l’Università di Padova fu riorganizzata e modernizzata. La facoltà medico-farmaceutica fu istituita nel 1873, e la cattedra di chimica farmaceutica divenne una disciplina autonoma. Tra i professori illustri che contribuirono alla sua crescita vi furono Pietro Spica ed Efisio Mameli, che portarono avanti ricerche innovative e formarono numerosi studenti e collaboratori.
Contributi scientifici e didattici
Nel corso del XIX e XX secolo, l’Istituto di Chimica Farmaceutica di Padova divenne un centro di eccellenza per la ricerca scientifica. Le ricerche spaziano dalla chimica organica e tossicologica all’idrologia, con un’attenzione particolare alle acque termo-minerali dei Colli Euganei. Sotto la guida di professori come Spica e Mameli, l’Istituto produsse numerose pubblicazioni e contribuì significativamente al progresso della chimica farmaceutica.
Nel mondo della chimica organica si ricordano importanti contributi per la conoscenza di molti fenoli e loro derivati (acidi fenolglicolici, fenolsolfonici), le ricerche sulle tiouree, sugli uretani, sui composti tiazolici, sui derivati dell’acido citrico, sulla sparteina e su vari principi attivi vegetali (Diosma crenata, Arum italico, Aristolochia serpentaria, Gonolobus Condurango, Micrococcus prodigiosus).
Un patrimonio di scienza e innovazione
Oggi, l’eredità di Francesco Bonafede e dei suoi successori continua a vivere nell’Università di Padova, che rimane un centro di eccellenza per l’insegnamento e la ricerca in farmacologia e chimica farmaceutica. L’orto botanico originale, oggi Orto Botanico dell’Università di Padova, è un patrimonio UNESCO e continua a essere un luogo di scoperta e innovazione.
Per chi è appassionato di scienza e storia, l’Università di Padova rappresenta un luogo di scoperta continua, dove l’innovazione e la tradizione si incontrano per creare un futuro sempre più luminoso per la farmacologia e le scienze chimiche.
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