Benvenuti a bordo del nostro viaggio nella storia dell’antico Egitto con Ghiaroni, alla scoperta dei segreti chimici nascosti all’interno dei sarcofagi! Per secoli, le mummie dell’antico Egitto hanno affascinato il mondo con la loro eterna “giovinezza”. Ma qual è il segreto di questa straordinaria conservazione? Gli studi nel corso degli anni hanno svelato una verità sorprendente che ha gettato nuova luce sulla pratica millenaria della mummificazione.

Una scoperta rivoluzionaria: il guaiacolo

Durante l’analisi dei campioni di sostanze per l’imbalsamazione trovate accanto a una mummia di 2500 anni fa, conosciuta come “Saankh-kare”, è emerso che conteneva un elemento chimico chiamato guaiacolo. Questo composto si è rivelato essere un potente agente conservante, capace di preservare i corpi per migliaia di anni. Una scoperta che ha scosso le fondamenta delle nostre conoscenze sull’antica pratica dell’imbalsamazione. Il guaiacolo è l’etere metilico della pirocatechina , presente nei prodotti di distillazione della resina di guaiaco e nel creosoto di faggio , dotato di azione antisettica e balsamica. Ma come è stato possibile che per tanto tempo si credesse che fosse il ginepro l’ingrediente principale dell’imbalsamazione? L’origine di questo equivoco risale probabilmente ai testi antichi di autori come Erodoto e Plinio il Vecchio, che riportavano informazioni apprese da fonti precedenti. La confusione è stata alimentata dall’ambiguità terminologica e dal ritrovamento delle bacche di ginepro nei sarcofagi.

Oltre i confini: le sorprese di materiali lontani

Ma le sorprese non finiscono qui. Grazie a una collezione di vasi ceramici scoperti nella necropoli di Saqqara, datati tra il 664 e il 524 a.C., abbiamo finalmente ottenuto una panoramica dettagliata di tutti i materiali utilizzati dagli antichi imbalsamatori. Le analisi molecolari hanno rivelato una vasta gamma di sostanze, tra cui la cera d’api, il bitume del Mar Morto e gli estratti di ginepro e cipresso.

In particolare, due ingredienti hanno destato grande interesse: la resina elemi, proveniente dagli alberi di Canarium, e la dammar, ottenuta dagli alberi Shorea. Questi elementi, provenienti da terre lontane, evidenziano anche una fiorente rete commerciale a lungo raggio nell’antico Egitto.

Questa scoperta non solo fornisce una nuova comprensione delle pratiche di mummificazione dell’antico Egitto, ma dimostra anche il potere della chimica nel svelare i segreti della nostra storia. Continuate a seguire Ghiaroni per esplorare altre affascinanti intersezioni tra la chimica e l’arte!

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